La risposta è evidente, ed è abbastanza intuibile. Non si tratta solo di “tempo”, inteso come concetto semplicistico. La presenza di tecnologie obsolete in ufficio, fa perdere tempo e di conseguenza denaro, e rappresenta una delle maggiori fonti di stress per i lavoratori.
Gli inconvenienti legati alle apparecchiature informatiche sono all’ordine del giorno in tantissime realtà aziendali.
Software non aggiornati, stampanti che si bloccano, tecnologia obsoleta: queste le ragioni principali della perdita di tempo.
Ma se dovessimo fare un calcolo?
Una recente ricerca finanziata da Sharp a livello europeo, ha indicato che perdiamo ben 19 giorni di lavoro all’anno. In oltre, l’utilizzo di tecnologie di basso profilo, comporta anche notevoli perdite dal punto di vista della produttività e, quindi rappresenta dei costi importanti per le aziende.
Molti dipendenti si cimentano, con scarso successo, nella risoluzione dei problemi.
La stessa indagine di Sharp sopracitata, ha evidenziato che il livello di alfabetizzazione informatica non sembra essere altissimo: mediamente si spendono 13 minuti al giorno per aiutare i colleghi a usare programmi come Word e Power Point.
I numeri
Il 57% delle aziende italiane faticano a tenere il passo con le esigenze della digitalizzazione.
Solo il 17% di esse infatti, giudica il digitale fondamentale per il proprio business, mentre il 42% ritiene prioritarie problematiche diverse e più contingenti, come quelle di carattere economico.
Questo infatti, si riflette anche negli investimenti fatti nella formazione sia di base che specifica.
Il futuro
Il Cedefop (European Centre for the Development of Vocational training dell’Unione europea) calcola che nei prossimi 8 anni, crescerà la richiesta per lavori altamente qualificati (circa 46 milioni) o mediamente qualificati (43 milioni). Mentre solo 10 milioni saranno quelli per i quali non servirà una particolare preparazione.
Questo significa che in futuro, per lavorare, non basterà saper usare Word e Power Point. Per un lavoro stabile, occorrerà sempre di più essere preparati. Non possiamo pretendere che le azienda investano su di noi, se noi stessi non investiamo nella nostra preparazione.
